La Musicoterapia è una disciplina che si occupa di relazione: la relazione tra il suono e l’essere umano, e la relazione empatica tra due persone (paziente e terapeuta), e che, con una scelta metodologica si propone di migliorare la salute psicofisica di coloro ai quali si rivolge.
La relazione si articola e solidifica attraverso l’apertura della relazione corporeo-sonoro-musicale.
Il suono e la musica, quindi, vengono utilizzati come tramite per aprire canali comunicativi, energetici, incrementare la creatività , sviluppare capacità relazionali , elaborare bisogni e vissuti.
La Musicoterapia si divide in due correnti principali: la Musicoterapia recettiva e la Musicoterapia attiva.
Nella Musicoterapia recettiva al paziente viene fatta ascoltare musica registrata o eseguita dal vivo dal terapeuta.
La Musicoterapia attiva si basa invece sull’improvvisazione musicale tra paziente e terapeuta. Il paziente diventa soggetto attivo, partner musicale. A questo fine non è necessario che il paziente abbia avuto alcuna formzione musicale precedente.
Grazie all’esperienza clinica il lavoro in ambito musicoterapico ha permesso di individuare alcune aree specifiche dove si ottengono visibili benefici terapeutici: abilità motorie ( fisioterapia, terapia occupazionale e ricreativa); abilità cognitive; difficoltà emotive e di adattamento (psicologia) abilità sociali, solo per citarne alcuni.
Perché mi occupo di Musicoterapia?
Ho ottenuto il master di I livello in MUSICOTERAPIA all’Università degli Studi di Pavia, e ho fatto il MTO in Musicoterapia Orchestrale al Centro di Alta Formazione Esagramma di Milano.
Da etnomusicologa (laureata all’Università degli Studi di Milano) ho sempre analizzato il rapporto della musica e la sua funzione all’interno di una cultura, di una comunità, di un dato periodo storico; ma avevo bisogno di scoprire cosa succede all’interno dell’individuo quando fa o ascolta musica. Quale è quell’intima relazione che abbiamo con i suoni del mondo? e quanto la musica può influire sul nostro stato d’animo, la nostra psiche, la nostra evoluzione come esseri umani?
E soprattutto quanto la musica può aiutare chi è in difficoltà emotiva, sensitiva, intellettiva e là dove la parola è fonte di equivoci, o di malessere, la musica è esperienza pre-verbale, un ritorno all’utero, uno strumento per comunicare e relazionarsi.
Ho lavorato all’Ospedale San Donato con i cardiopatici congeniti nella riabilitazione post-intervento e in reparto, e nel mio studio privato accolgo esseri disposti a mettersi in gioco insieme a me in un viaggio musicale alla ricerca della propria anima vagante.